Mi rivolgo a te, collega, per dirti qualcosa di importante. La nostra professione è in un momento difficile ma la cosa più devastante è che, invece di unirci, ci concentriamo sulle nostre peculiarità e siamo poco attenti ad ascoltare o valutare le cose da altre angolazioni.
Questo è invece il momento della responsabilità: solo mettendoci in discussione con serietà possiamo pensare di vincere la deriva culturale in cui la nostra figura professionale sta per essere, definitivamente, travolta.
L’ARI è una casa comune in cui si lavora con serietà e dedizione, democratica al punto da permettere al suo interno la nascita di iniziative molto diverse o conflittuali. Questo è il momento dell’onestà intellettuale, della professionalità e della competenza, della collaborazione.
Perché iscriversi all’ARI?
Perché l’ARI è aperta a tutti coloro che hanno i requisiti di qualifica disposti dalla legge e non solo ad alcuni. Questo implica che, appena il processo d’accreditamento sarà completato, potrà accogliere un grande numero di restauratori altamente qualificati, come mai prima nella storia della categoria.
Per statuto l’ARI è il luogo d’incontro per tutti i restauratori che abbiano voglia di confronto e partecipazione. Si adopera per scopi che riguardano tutti e il nuovo regolamento interno permette una gestione più efficiente e democratica.
I più importanti obiettivi, in questo momento, sono:
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qualifica degli operatori del settore. Sollecitare l’iter di qualificazione sostenendo l’elevato profilo di competenza del restauratore di beni culturali.
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titolo accademico. Studiare il quadro formativo pregresso, i titoli e le competenze acquisite, individuare connessioni e transizioni con il titolo previsto dalla norma a regime.
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valore legale del titolo di studio: Sostenere che la qualifica possa permettere di accedere alla formazione post laurea e ai concorsi pubblici.
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ambito europeo: Contribuire alla riorganizzazione legislativa attraverso la partecipazione al consiglio direttivo di ECCO.
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qualifica professionale e imprese: Concorrere a identificare il settore di specializzazione in modo autonomo rispetto all’edilizia, sin dalla fase di progettazione.
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direttive europee: Sollecitare modifiche sostanziali al futuro codice dei contratti, seguendo le direttive europee ma tutelando la peculiarità dei beni culturali italiani.
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CCNL divulgare le specificità del CCNL di lavoro per i dipendenti delle imprese di restauro.
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Formazione permanente: organizzare corsi di aggiornamento, formazione continua (con possibilità di riconoscimento di crediti) o per accesso ai bandi europei.
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Professioni dei beni culturali: promuovere un corretto rapporto interdisciplinare.
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volontariato: inquadrare le attività di volontariato connesse ai beni culturali.
Per fare tutto questo serve un’imponente quantità di energie, che i componenti del CD ed i soci che collaborano ai lavori, mettono a diposizione in maniera assolutamente gratuita.
In ultimo vorrei dirti che per ottenere qualcosa non basta lamentarsi: bisogna agire, assumersi la responsabilità, metterci anche il proprio impegno ed in un momento così difficile sarebbe una delusione saperti lontano, distante o peggio disinteressato.
L’ARI ha bisogno anche di te…..ti aspettiamo!
Il Presidente
Antonella Docci
Per iscriverti o rinnovare la tua iscrizione visita il sito www.ari-restauro.org oppure inviaci una email ad iscrizioni@ari-restauro.org