Il Consiglio Direttivo dell’ARI ha preso nota della proposta di legge avanzata dall’on. Racchella (Lega) per promuovere l’istituzione di un Albo dei Restauratori di Beni Culturali. Per quanto condivisibile l’intenzione di dare il giusto peso alla nostra categoria professionale attraverso la costituzione di un albo, ci discostiamo in maniera assoluta dalle procedure e differenziazioni che adduce per l’accesso al suddetto albo. Non sappiamo se il frutto di questo documento sia un’informazione scorretta della vicenda che ha riguardato la regolamentazione della nostra figura nell’ultimo ventennio, ma a contribuire a tale confusione che genera di nuovo figli e figliastri è anche la mancata pubblicazione di un elenco unico da parte del nostro Ministero. Il bando del ministero che si è concluso nel 2018 legittima e abilita all’esercizio della professione tutti coloro che hanno acquisito la qualifica in conformità a quanto previsto nell’art. 29 del Codice dei beni Culturali. Tutto ciò contrasta la proposta di una differenziazione giuridica con chi ha conseguito l’abilitazione in seno ad un percorso accademico o universitario.
Come associazioni di categoria rimarchiamo il nostro impegno a tutelare la professione perchè sia davvero sentita come un’eccellenza da parte della comunità e non come un vessillo da sbandierare all’occorrenza.